L’attuale modello di sviluppo lineare estrai-produci-usa-smaltisci trova un limite invalicabile nella finitezza delle risorse naturali: nel 2018 sono state necessarie 1,7 volte le risorse che la Terra riesce a rigenerare in un anno per soddisfare il fabbisogno mondiale (il giorno in cui il Pianeta comincia a “consumare a debito” è chiamato Overshoot Day ed è caduto quest’anno il primo agosto).
La combinazione di questo paradigma di crescita con un mondo di risorse finite ha come effetti la disponibilità sempre più limitata di queste ultime, che si riflette in un’elevata volatilità dei prezzi delle materie prime, e un enorme impatto ambientale, dal momento che l’attività umana produce scarti che non vengono immessi nuovamente nel ciclo naturale. L’economia circolare nasce proprio come alternativa al modello produttivo lineare: il prodotto al termine del suo ciclo vita non diventa rifiuto ma risorsa, sotto forma di materia prima seconda o energia, da riutilizzare nei processi industriali.
Con l’entrata in vigore del Pacchetto Economia Circolare a luglio 2018, l’Unione Europea ha creato i presupposti legislativi per la riconversione dell’economia europea verso la circolarità, promuovendo un uso più efficiente delle risorse e una corretta gestione dei rifiuti.
Ma cosa si intende esattamente per economia circolare? Quali sono gli obiettivi europei e quale la situazione in Italia? Qual è il ruolo del settore pubblico in questo contesto? Quali le sfide e le opportunità del recupero di materia ed energia? A queste domande si è cercato di dare risposta durante il corso di formazione rivolto ai giornalisti “Da rifiuto a risorsa: l’economia circolare nella gestione dei rifiuti urbani in Italia”, organizzato dal Museo A come Ambiente – MAcA e dall’Ordine dei Giornalisti lo scorso 4 ottobre nella sede del museo in corso Umbria 90, Torino.
In qualità di presidente del MAcA ho aperto la giornata formativa con un approfondimento sul concetto di economia circolare, sulla normativa europea e sulla situazione in Italia. Al corso hanno inoltre preso parte il dirigente del Servizio Pianificazione Rifiuti, Bonifiche, Sostenibilità Ambientale della Città Metropolitana di Torino Massimo Vettoretti, l’amministratore delegato di AMIAT Gianluca Riu, il direttore Ricerca & Sviluppo di COREPLA Antonio Protopapa e il consigliere delegato di Asja Ambiente Italia Gian Maria Rossi Sebastiano. A moderare l’incontro lo scrittore e giornalista di La Stampa Carlo Grande.
Durante il corso i partecipanti hanno visitato la mostra, inaugurata di recente, Out to Sea? The Plastic Garbage Project, sul tema dell’inquinamento marino da plastica. Guidati dal direttore del museo Paolo Legato, i partecipanti hanno avuto modo di conoscere più da vicino un problema complesso per il quale non esiste un’unica soluzione.
Sono di seguito disponibili gli atti del corso:
- Re Rebaudengo, Economia Circolare: un modello di sviluppo sostenibile;
- Vettoretti, Il ruolo del settore pubblico;
- Riu, La raccolta differenziata;
- Protopapa, Nuovi target per il riciclo delle plastiche: urgenze e nuove sfide tecnologiche;
- Rossi Sebastiano, Da rifiuto a biometano: un’opportunità di Economia Circolare.
Per ulteriori approfondimenti sul concetto di economia circolare, segnalo il paper “Il ruolo delle local utilities nell’economia circolare“, contenuto della newsletter Think4Energy di PWC, alla quale è possibile iscriversi cliccando qui.