“Change is coming whether you like it or not”, come dice Greta Thunberg. È stato anche uno dei messaggi del mio intervento di apertura dell’Assemblea Pubblica di Elettricità Futura.
L’Assemblea di quest’anno si è dimostrata un successo nel convogliare l’attenzione delle istituzioni, delle imprese e dei media sull’importanza di realizzare il Green Deal e sul ruolo chiave del settore elettrico per la decarbonizzazione del Paese.
La transizione ecologica è inevitabile. Possiamo trasformarla in una eccezionale opportunità di rinascita e benessere oppure lasciare che il cambiamento climatico distrugga ogni orizzonte di sviluppo.
L’emergenza clima ha già provocato oltre 70 miliardi di danni in Italia, il secondo Paese europeo per costi collegati al cambiamento climatico. È uno dei “perché” che sostanziano l’urgenza di realizzare la transizione energetica.
Solo fino a qualche tempo fa credevamo che un aumento della temperatura di +1,5°C sarebbe potuto accadere solo entro fine secolo.
Oggi sappiamo che potrebbe verificarsi già prima del 2034. In Italia inoltre stiamo sperimentando un aumento della temperatura decisamente fuori misura, con un +2,4°C (versus il 1880) a fronte di una crescita della temperatura media globale di +1,2°C.
La strada al 2030 è segnata, gli obiettivi sono noti e condivisi, non resta che realizzarli. E il percorso del Green Deal è anche la più straordinaria delle possibilità che l’Italia abbia mai avuto per riguadagnare il terreno perso nello scacchiere della competitività.
In un’economia avanzata non è più pensabile ridursi a competere sui prezzi, l’asticella si sposta in alto verso la leadership dell’innovazione tecnologica verde e delle competenze, capacità in cui le imprese italiane vantano eccellenze mondiali.
Come ho ricordato in Assemblea e approfondito su questo Blog, già dal 2014 sostenevo che le industrie italiane ed europee potrebbero ottenere grandi vantaggi competitivi dall’introduzione di un meccanismo di tassazione del maggior carbonio emesso per produrre i beni importati rispetto a quelli prodotti in Europa.
È l’obiettivo del recente Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM), una delle misure contenute nel nuovo pacchetto Fit for 55 della Commissione europea.
Il percorso verso la riduzione del 55% delle emissioni al 2030 e il target zero emissioni al 2050 è pieno di opportunità anche per l’occupazione. Centrare il Green Deal significherebbe creare 90.000 posti di lavoro al 2030 solo nel settore elettrico italiano, e la neutralità climatica al 2050 porterebbe 650.000 nuovi posti di lavoro netti in Italia.
L’attuale stallo delle energie rinnovabili però non rende ottimisti circa il successo della strategia di decarbonizzazione. Non si tratta solo di perdere opportunità ma di pagare un prezzo altissimo.
Proprio in questi giorni ci troviamo a fare i conti, letteralmente, con quanto ci sta costando la lentezza della transizione energetica in Italia. Il “caro bollette”, come spiego più approfonditamente in questo articolo, è dovuto alla nostra dipendenza dalla volatilità dei prezzi delle materie prime.
L’import energetico avrà un drastico calo nei prossimi 9 anni, quando sarà rinnovabile il 70% dell’energia elettrica che consumiamo in Italia, mentre oggi è ancora per la maggior parte prodotta col gas naturale, il cui prezzo è aumentato di ben tre volte nell’ultimo anno!
Anche durante l’Assemblea di Elettricità Futura ho richiamato l’attenzione sulla necessità di colmare il canyon tra 1 GW di nuova capacità rinnovabile che riusciamo ad installare ogni anno e i 7 GW all’anno che invece dovremmo realizzare per rispettare la tabella di marcia del Green Deal.
Oltre agli aumenti in bolletta, se continuiamo a questo ritmo lo sviluppo dei nuovi impianti rinnovabili ridurremmo solo il 15% della CO2 rispetto al target del settore elettrico al 2030.
Come togliere i freni alla transizione energetica? Semplificazione e informazione sono le parole d’ordine. Misure efficaci per ridurre la burocrazia autorizzativa, dato che l’Italia vanta il triste primato europeo dei costi più alti e dei tempi più lunghi per autorizzare un impianto, e un’opera di contro-disinformazione per sfatare i falsi miti che circondano le rinnovabili e alimentano le opposizioni locali agli impianti.
Bisogna che tutti si rendano conto che un impianto di energia rinnovabile è un’occasione di lavoro, di non inquinamento e di non emissione di CO2, la causa principale del cambiamento climatico che promette di essere la prossima pandemia come spiego in questa video intervista per il Giornale d’Italia.
#GreenDealOra è più del titolo della nostra Assemblea, è l’hashtag della campagna social di Elettricità Futura e delle imprese del settore elettrico che diffonde messaggi costruttivi sui benefici della transizione energetica per l’economia e i territori. Vi invito a visitare la nuova pagina della campagna che raccoglie i post pubblicati.
Nella transizione ognuno deve fare la propria parte, anche le Regioni. Da vere protagoniste dell’attuazione degli obiettivi nazionali quali sono dovrebbero abbandonare l’atteggiamento di diniego che troppe volte ha bloccato la costruzione degli impianti rendendo drammatico il gap tra i progetti presentati e quelli autorizzati.
L’eccesso di burocrazia è un freno anche per la rivoluzione digitale, un fattore abilitante della transizione energetica soprattutto per la diffusione della generazione distribuita rinnovabile, come ho detto nel servizio di RAI NEWS 24 che potete rivedere qui.
Anche i vuoti normativi fanno lo sgambetto alla transizione ecologica.
Nel mio intervento ho ricordato che gli investimenti in rinnovabili sono in attesa da molto tempo del DM Modifiche sostanziali, del DM prezzi minimi garantiti per le bioenergie, del DM Controlli e del DM FER 2, che sono solo alcuni dei provvedimenti mancanti. Una panoramica più completa è contenuta nel Ritardometro presente nel Blog.
Gli ostacoli alla transizione ecologica sono stati al centro del confronto che con spirito costruttivo abbiamo avuto con Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica, intervenuto in Assemblea, che ringrazio.
Un ringraziamento lo rivolgo anche a Carlo Bonomi, Presidente Confindustria, e Giuseppe Ricci, Presidente Confindustria Energia, che hanno dato un importante contributo all’Assemblea.
Grazie per il valore aggiunto dei loro interventi in Assemblea a Luca Alippi, AD EP Produzione, Gianni Vittorio Armani, AD lren, Stefano Besseghini, Presidente Arera, Stefano Antonio Donnarumma, AD Terna, Francesco Giunti, AD Enipower, Renato Mazzoncini, AD e DG A2A, Paolo Merli, AD ERG, Nicola Monti, AD Edison, Pietro Pacchione, CdA Delos Service, Salvatore Pinto, Presidente Axpo e Carlo Tamburi, Direttore Enel Italia.
Complimenti e un grazie speciale a Francesca Baraghini, giornalista di Sky Tg24 che ha condotto l’Assemblea facendo davvero la differenza!
Per approfondire:
- la registrazione completa dell’Assemblea Pubblica di Elettricità Futura
- la presentazione che ho condiviso