“Italia lenta, se accelera 540 mila posti in più“, è il titolo dell’articolo di Elena Comelli pubblicato nella sezione L’Economia del Corriere della Sera. L’articolo fa il punto sul Piano 2030 di sviluppo del settore elettrico elaborato da Elettricità Futura e approfondisce le criticità ancora da risolvere per attuare il Piano e i suoi benefici economici e occupazionali, tra cui le gravi criticità della bozza di Decreto Aree Idonee.
Condividiamo alcuni dei contenuti ripresi nell’articolo.
A che punto siamo con il Piano 2030 del settore elettrico? Il Piano prevede 85 GW di nuove rinnovabili nel periodo 2022-2030 per portare la potenza totale rinnovabile installata in Italia a 143 GW.
A fine 2021 la potenza totale rinnovabile era 58 GW.
Nel 2022 sono stati installati 3 GW di rinnovabili in Italia, un dato che evidenzia la lentezza della transizione energetica nel nostro Paese se confrontato con gli 11 GW installati dalla Germania nello stesso periodo, i 6 della Spagna e i 5 della Francia.
Stimiamo che nel 2023 vengano installati 6 GW di nuove rinnovabili in Italia.
Dal 2024 al 2030, per centrare l’obiettivo di 143 GW di potenza totale rinnovabile in esercizio al 2030, dovremmo installare 76 GW di rinnovabili, oltre a quelli necessari per sostituire gli impianti che via via diventeranno obsoleti (almeno 8 GW nel periodo).
In sintesi, sarà quindi necessario realizzare più di 12 GW all’anno di impianti rinnovabili.
Possiamo farlo? Assolutamente sì. Nel lontano 2011, in un solo anno, abbiamo installato in Italia 11 GW di nuove rinnovabili.
Realizzare 12 GW all’anno è più che mai fattibile oggi, con l’innovazione tecnologica che ha fatto passi da gigante e con il know-how sviluppato dai nostri operatori, una filiera industriale che eccelle a livello mondiale e che è pronta a investire in Italia per raggiungere l’obiettivo.
Cosa serve per farlo?
Bisogna accelerare il ritmo di rilascio delle autorizzazioni. Ovvero, è necessario arrivare dal primo step autorizzativo all’ultimo senza accumulare sei/sette anni di ritardi!
Il punto è che a livello nazionale, grazie alle semplificazioni del Governo e al rafforzamento delle Commissioni VIA – VAS e PNRR – PNIEC, si iniziano a rilasciare più ok ai nuovi progetti. Ma in assenza di correttivi alla bozza di DM Aree Idonee sarà comunque quasi impossibile fare gli impianti che servono per raggiungere il target.
La bozza di DM Aree Idonee invece di ridurre i tempi della burocrazia autorizzativa per i nuovi impianti rinnovabili, ne impedirà lo sviluppo. Infatti, introduce limiti e incertezze che bloccheranno 320 miliardi di investimenti e impediranno la creazione di oltre mezzo milione di nuovi posti di lavoro in Italia.
Ma ancora si può (e si deve) rimediare, correggendo il Decreto.
Per questa ragione, Elettricità Futura ha rivolto un Appello a tutti i Partiti politici affinché lavorino con il Governo per risolvere le gravi criticità contenute nella bozza di questo importante provvedimento.
In precedenza, la principale Associazione del settore elettrico italiano che rappresenta oltre il 70% del mercato elettrico, ha anche inviato una lettera ai Ministri Gilberto Pichetto Fratin, Gennaro Sangiuliano e Francesco Lollobrigida, condividendo le criticità del Decreto e le proposte per risolverle.