La carenza di risorse idriche, che sta diventando un problema strutturale per il nostro Paese, impone un ripensamento delle politiche energetiche. Acqua ed energia sono infatti indissolubilmente legate e la loro disponibilità è alla base dello sviluppo umano, economico e sociale.
Il cambiamento climatico è un fenomeno complesso e sfaccettato: il nesso tra acqua ed energia rende evidente come la relazione causa-effetto delle anomalie del clima richieda un approccio sistemico ed efficace da parte dei governi. La siccità che ha colpito l’Europa ed in particolare i paesi dell’area del Mediterraneo è una delle conseguenze della tropicalizzazione del clima.
Le centrali fossili e nucleari hanno bisogno di molta acqua per il loro funzionamento. Da una recente ricerca dell’Università di Leiden pubblicata sulla Rivista Nature Energy è emerso che il parco di generazione europeo subirà notevoli cambiamenti per rispondere alla crescente mancanza d’acqua. La trasformazione del mix energetico in Europa dovrà avvenire nel breve termine, dato che già entro il 2030 non saranno disponibili le risorse idriche necessarie al funzionamento delle centrali fossili e nucleari. Queste tecnologie richiedono un’enorme quantità d’acqua: un impianto a gas arriva a consumare una mole d’acqua pari ad una piscina olimpionica al minuto.
Secondo i ricercatori, l’unica soluzione possibile per l’Europa è spingere l’acceleratore sulle rinnovabili, tecnologie che consentono un notevole risparmio d’acqua rispetto ai combustibili fossili ed alle centrali nucleari. La ricerca include l’Italia tra i paesi più a rischio per la mancanza d’acqua e che dovranno accelerare lo switch verso tecnologie energetiche che offrono una efficienza idrica maggiore, ovvero le energie rinnovabili.
Leggi l’articolo su Rinnovabili.it.
Scarica l’abstract dello studio Climate change and the vulnerability of electricity generation to water stress in the European Union, pubblicata su Nature Energy.