Il Governo come previsto ha inviato alla Commissione europea la bozza del Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC), nella quale vengono indicate le traiettorie per raggiungere gli obiettivi europei al 2030 e le politiche di intervento per ognuna delle cinque dimensioni dell’Unione dell’energia: decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, ricerca innovazione e competitività.
Guardando al percorso di sviluppo delle rinnovabili, il PNIEC è solo leggermente più ambizioso rispetto alla Strategia Energetica Nazionale (SEN) pubblicata nel novembre 2017 dal precedente Governo. L’obiettivo della quota di rinnovabili sui consumi finali al 2030 – che nella nuova Direttiva Rinnovabili è pari al 32% – è stato fissato nel PNIEC italiano al 30%, rispetto al precedente 28% della SEN. Nel 2017 tale quota è stata pari al 18,4%. Per quanto riguarda le rinnovabili elettriche, il Piano prevede di raggiungere il 55,4% dei consumi finali (rispetto al 34,1% nel 2017), obiettivo poco superiore a quello della SEN (55%).
Come si può notare nella figura in alto, il percorso di crescita non è lineare ma presenta un deciso incremento a partire dal 2025. Tale approccio sembrerebbe volto a voler approfittare della prevista ulteriore diminuzione del costo delle tecnologie di generazione rinnovabile nella seconda metà del prossimo decennio. Questa politica, se veramente applicata, ostacolerebbe però la crescita e il consolidamento una filiera nazionale di ricerca e di produzione. Tra l’altro solare e l’eolico saranno competitivi rispetto a carbone e gas naturale già dal 2020.
Il PNIEC riprende dunque, a grandi linee, l’impostazione della SEN ed è quindi meno ambizioso rispetto alle prime dichiarazioni del Governo.
Una novità positiva si riscontra invece nella sezione riguardante i prosumer, all’interno della quale si dichiara l’intenzione di aprire al più presto all’autoconsumo collettivo e alle energy community, confermando inoltre l’esenzione dal pagamento degli oneri per la quota parte di energia autoconsumata. L’augurio è che le buone intenzioni su questi temi si trasformino in tempi brevi in misure e provvedimenti, affinché l’Italia si affianchi ai paesi europei, come Spagna e Germania, che già hanno un quadro normativo in materia coerente con i principi della nuova Direttiva Rinnovabili.
Il Governo ha già aperto la fase di consultazione con gli stakeholder. Nel frattempo, la Commissione europea avrà tempo fino a giugno per esprimere il suo parere e richiedere modifiche o integrazioni. Nei sei mesi successivi, il Governo potrà rivedere il documento per allinearlo alle richieste della Commissione e ai suggerimenti dei soggetti che parteciperanno alle consultazioni.