Mi piace pensare che il progresso tecnologico abbia come fine ultimo il miglioramento della qualità della vita. Se l’innovazione sostenibile è un potente motore di sviluppo, il ruolo dei decisori pubblici è altrettanto cruciale affinché queste soluzioni innovative possano diffondersi e creare benefici. In quest’ottica, è benvenuta la recente (e tanto attesa) spinta governativa alla diffusione della microcogenerazione.
Il nostro Paese detiene il record europeo di morti premature causate dall’inquinamento atmosferico. Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente l’inquinamento dell’aria uccide ogni anno circa 84.400 italiani, una cifra 25 volte superiore alle vittime per incidenti stradali. Contrariamente a quanto si pensa, il contributo del riscaldamento residenziale all’inquinamento atmosferico nelle nostre città si avvicina o addirittura supera quello del settore dei trasporti.
Grazie all’entrata in vigore del decreto del MISE, sarà più facile per cittadini e imprese dotarsi di un impianto di microcogenerazione. Minimizzare gli oneri per la realizzazione, la connessione e l’esercizio dei microcogeneratori è un esempio di risposta strutturale ad una delle più gravi emergenze italiane, l’inquinamento dell’aria. La microcogenerazione produce contemporaneamente elettricità e calore, consuma circa il 34% di energia in meno rispetto alle altre tecnologie ed è 20 volte meno inquinante delle moderne caldaie.
L’impatto del riscaldamento domestico sulla qualità dell’aria
L’Unione Europea ha da poco aperto la seconda fase della procedura d’infrazione per l’Italia, colpevole di non aver attuato provvedimenti in grado di riportare la qualità dell’aria delle città entro i limiti tollerati. Ed è ancora l’Europa con il Clean Energy Package che ci invita a intraprendere un approccio sistemico per rispondere in modo sinergico alle sfide energetiche e ambientali. Gli edifici “ad alta efficienza” rappresentano uno dei focus del pacchetto di misure europee: promuovere l’efficienza dei consumi edilizi significa spingere l’economia, migliorare la qualità dell’aria e combattere i cambiamenti climatici.
I risultati di uno studio sull’inquinamento atmosferico nelle principali città italiane pongono l’accento sull’impatto del riscaldamento domestico sul clima e sulla qualità dell’aria. Lo studio raccomanda un maggiore impegno da parte della politica per ridurre le emissioni clima-alteranti e quelle inquinanti attraverso la promozione dell’efficienza energetica in edilizia.
Anche l’Enea ha recentemente sottolineato che il riscaldamento domestico ha una elevata incidenza sulla qualità dell’aria che respiriamo. Secondo l’analisi, le emissioni inquinanti degli impianti di riscaldamento a biomassa a bassa efficienza sono in continua crescita, registrando un incremento del 46% rispetto ai valori del 1990. L’Enea suggerisce ai decisori pubblici di integrare le politiche climatiche e quelle per la qualità dell’aria.
I benefici della microcogenerazione
Althesys ha svolto un’analisi costi/benefici dello sviluppo della microcogenerazione in Italia. Il saldo è largamente positivo: questa tecnologia innovativa ci farebbe risparmiare 80 milioni di euro (non conteggiando i benefici per la salute umana), con un ritorno di 1,8 su ogni euro speso in agevolazioni fiscali.
Se in Italia l’intero fabbisogno di calore residenziale venisse prodotto con la microcogenerazione, si conterebbero 30.000 morti in meno all’anno a causa dell’inquinamento dell’aria e 7.500 tonnellate in meno di polveri sottili emesse in atmosfera ogni anno. La diffusione della microcogenerazione su grande scala condurrebbe infatti ad una forte riduzione di PM10 e NO2. Potremmo evitare, o quantomeno ridurre notevolmente, il peso delle sanzioni europee. Oltre al risparmio sul fronte comunitario ed ai benefici economici per il sistema nazionale, i vantaggi della microcogenerazione verrebbero immediatamente percepiti anche dai singoli consumatori.
Chi sceglie di dotarsi di un microcogeneratore ad alta efficienza taglia la bolletta energetica di luce e gas, ottenendo un rientro dell’investimento in tempi rapidi. Il potenziale mercato italiano della microcogenerazione è elevatissimo: è infatti la soluzione ottimale per soddisfare le esigenze elettriche e termiche nel settore residenziale, ricettivo, del benessere, terziario e delle piccole e medie industrie.
Sono convinto che il recente provvedimento del Ministero dello Sviluppo Economico darà un nuovo impulso alla diffusione della microcogenerazione. Credo anche però che gli impegni assunti dall’Italia in materia di clima e qualità dell’aria richiedano sforzi ulteriori e più coraggiosi da parte della politica. Per massimizzare i benefici ambientali, energetici ed economici della microcogenerazione sarebbe dunque opportuno prevedere l’inserimento di questa tecnologia tra quelle contemplate dagli strumenti legislativi atti a favorire l’efficienza energetica, in particolare garantendone il riconoscimento ai fini delle detrazioni fiscali per gli interventi di efficientamento energetico.
Nel nostro Paese la sfida ambientale è già una grave emergenza. È un bene disporre di soluzioni efficaci e convenienti come la microcogenerazione. È un dovere usarle!