Caro bollette, su La Stampa spiego cosa fare per ridurre i costi
Condivido con i Lettori del Blog alcune azioni e riflessioni per ridurre i costi dell’energia che ho spiegato anche nel mio articolo pubblicato su La Stampa.
L’Italia continua ad essere il Paese europeo con la maggiore dipendenza energetica e con i costi dell’energia elettrica tra i più alti d’Europa.
Nonostante ciò, la transizione energetica nazionale, che sarebbe la soluzione, attraversa una fase di estrema difficoltà.
A certificarlo è anche una recente analisi di Enea, dalla quale emerge un’Italia lontana dagli obiettivi di energia e clima al 2030. L’Indice Ispred (sicurezza, prezzi, decarbonizzazione) ha toccato valori al minimo storico, evidenziando un peggioramento su tutti i fronti: rallenta lo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza e, di conseguenza, salgono i prezzi dell’energia elettrica in Italia più che nel resto d’Europa.
Oltre che per i costi, è bene ricordare che gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e la neutralità climatica al 2050 sono traguardi necessari per l’Italia: il nostro Paese è il primo a livello europeo per esposizione a eventi climatici estremi ed è anche il primo per vittime da inquinamento atmosferico.
Secondo lo studio del Politecnico di Milano, Zero Carbon Policy Agenda Report 2024, l’Italia dovrebbe raddoppiare gli sforzi di riduzione delle emissioni di CO2 per poter raggiungere il target di decarbonizzazione al 2030.
Il nostro Paese ha sottoscritto gli obiettivi del REPowerEU e li ha inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), anche come condizione per accedere alle risorse finanziarie dell’Unione europea.
L’Italia è stato il primo Paese in Europa per assegnazioni nel PNRR, superando i 194 miliardi di euro, ma ha destinato alle misure climatiche solo il 41%, poco più del minimo previsto dall’Europa (contro il 50% della Francia e il 47% della Germania). L’Italia ha ricevuto il maggior valore in termini di fondi REPowerEU ma, anche in questo caso, ha dedicato soltanto il 68% del nuovo capitolo ad azioni con obiettivi climatici (vs una media europea dell’85%).
Non solo abbiamo destinato risorse minori, ma il PNRR Italiano è anche in grande ritardo sugli interventi associati alla decarbonizzazione. Nel terzo trimestre del 2024 lo stato di avanzamento era del 36%, avrebbe invece dovuto essere al 64%.
Azioni per ridurre i costi dell’energia
(per approfondire, rimando alla sezione Proposte del mio Blog)
- Sviluppare le rinnovabili
Bisogna aumentare la produzione di elettricità rinnovabile autorizzando la costruzione degli impianti eolici e fotovoltaici che la generano al minor costo.
Le bollette dell’elettricità scenderebbero con una maggiore quota di rinnovabili nel mix elettrico: come ha spiegato l’Autorità per l’Energia, anche con le attuali regole di mercato, la progressione delle rinnovabili può garantire enormi risparmi.
Se aumenta la produzione da rinnovabili, aumenta il numero di ore del giorno in cui sono loro a fare il prezzo. Oggi in Italia accade invece che per il 90% delle ore il prezzo dell’energia elettrica venga determinato dal prezzo del gas rispetto a poco più del 60% della media europea.
- Accelerare i contratti d’acquisto a lungo termine (PPA) e le aste competitive che disaccoppiano i prezzi da rinnovabili e da gas
Per la diffusione dei PPA tra privati, è necessario attuare la disciplina del DL Emergenze. In particolare, attivare il ruolo del GSE come garante di ultima istanza e, finalmente, la piattaforma di negoziazione del GME.
Nella Pubblica Amministrazione dovrebbe essere obbligatorio un acquisto crescente di energia rinnovabile tramite PPA gestiti analogamente a quelli tra privati, possibilmente con il coinvolgimento di anche di Consip.
Servirebbe inoltre che con le aste competitive del GSE si potesse vendere l’energia elettrica prodotta anche da impianti già esistenti e in funzione e non soltanto da impianti di futura costruzione.
- Rimuovere gli ostacoli normativi
Il DM Aree Idonee rischia – nelle attuazioni regionali – di rendere non idoneo per le rinnovabili il 99% del territorio. La Sardegna, ad esempio, ha bloccato la quasi totalità dei progetti, inclusi quelli già autorizzati. Bisogna chiarire che le Regioni non possono adottare norme più restrittive di quelle nazionali, come indicato dal Consiglio di Stato. È necessario che le aree idonee previste a livello statale continuino a essere tali nelle norme regionali per evitare di bloccare i progetti già avviati.
Il DL Agricoltura ha vietato l’installazione del fotovoltaico a terra su aree agricole, nonostante in Italia ci siano 16,5 milioni di ettari agricoli, di cui 4 milioni abbandonati. Per raggiungere il target rinnovabili basterebbero solo 70 mila ettari. Il divieto porterà a un aumento dei costi dell’energia, poiché l’agrivoltaico ha costi di sviluppo e manutenzione superiori del 30-50% rispetto al fotovoltaico a terra.
Il Testo Unico Rinnovabili, pensato per semplificare la normativa, rischia di introdurre ostacoli, limitando la possibilità di ammodernare gli impianti esistenti e creando incertezze negli iter autorizzativi.
- Abbandonare i combustibili fossili
Negli ultimi 8 anni in Italia si è fermata la dismissione degli impianti di generazione di energia elettrica che emettono più emissioni climalteranti e inquinanti: carbone e olio combustibile in primis e, in prospettiva, gli impianti a gas, con impatti anche sui costi. Questi impianti beneficiano di incentivi (capacity market) per essere mantenuti in vita anche se, in prospettiva, non ve ne sia la necessità ai fini della sicurezza del sistema dato lo sviluppo previsto di rinnovabili, accumuli e reti.
- Elettrificare i consumi
Significa sostituire tecnologie e processi basati su combustibili fossili (motori a scoppio e caldaie a gas) con alternative basate sull'energia elettrica (veicoli elettrici, pompe di calore, piastre a induzione). Maggiore è la quota di elettricità rinnovabile, maggiori sono i benefici ambientali e climatici. La crescita dei consumi elettrici deve andare almeno di pari passo con la crescita dell’elettricità rinnovabile. L’elettrificazione riduce i costi perché le tecnologie alimentate dall'elettricità sono più efficienti, a parità di performance.
Leggi il mio articolo pubblicato su La Stampa il 12 aprile 2025.