L’aumento dei prezzi dell’energia dimostra che l’Italia ha l’assoluta necessità di aumentare la quota di rinnovabili nel mix elettrico.
Sfatiamo il mito tanto diffuso quanto errato che il recente aumento dei prezzi dell’elettricità in bolletta sia dovuto alle rinnovabili che, al contrario, abbassano il prezzo dell’energia dato che il costo del combustibile è zero.
L’aumento del costo dell’energia è dato dall’aumento di ben tre volte del prezzo del gas naturale utilizzato per produrre ancora la maggior parte dell’energia elettrica italiana.
Se raggiungessimo l’obiettivo del 70% di energia rinnovabile al 2030 la nostra dipendenza dalla volatilità dei prezzi delle materie prime calerebbe drasticamente, e di conseguenza anche il prezzo dell’energia elettrica.
Per raggiungere l’obiettivo del 70% al 2030 dovremmo installare 7 GW di nuova potenza rinnovabile ogni anno. A causa dell’eccesso della burocrazia riusciamo a realizzare solo 1 GW all’anno. A questo ritmo raggiungeremo l’obiettivo del 2030 al 2090. La leva più efficace per ridurre il prezzo dell’energia è colmare questa differenza.
I prezzi dell’energia sarebbero già calati se le aste del Decreto FER 1 non fossero state un crescente fallimento per volumi assegnati, a causa della mancanza di permessi a costruire i nuovi impianti.
Negli ultimi due anni è stato infatti assegnato meno di un terzo del plafond messo a disposizione dai bandi del Decreto FER 1.
Al contrario, a dimostrazione di quanto sosteniamo in questo articolo, i prezzi di vendita dell’energia fissi per 20 anni registrati nei vari bandi sono molto meno della metà dell’attuale prezzo dell’elettricità.
Come se non bastasse, l’Italia è il paese europeo con le tempistiche più lunghe e i costi più alti per ottenere un’autorizzazione.
Per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili anche le Regioni dovrebbero adottare un atteggiamento di favore alla diffusione degli impianti, in coerenza con il target nazionale – ed europeo – del Green Deal, ovvero la riduzione del -55% di emissioni di CO2 al 2030. È drammatico il gap tra i progetti rinnovabili presentati e quelli autorizzati dalle Regioni. Quasi il 50% delle richieste di autorizzazione non diventa un impianto e l’altro 50% lo diventa con quasi 6 anni di ritardo rispetto ai tempi previsti dalla normativa.
Anche lo spostamento di alcuni oneri di sistema dalla bolletta alla fiscalità generale concorrerebbe a far calare i prezzi per i consumatori.
Alcune imprese previdenti nei mesi scorsi si sono assicurate l’energia a costi competitivi grazie ai contratti di acquisto di medio-lungo periodo, ovvero i Power Purchase Agreement (PPA). Speriamo che questa sia una buona lezione affinché questo tipo di acquisto dell’energia si diffonda anche nel nostro Paese.
Quindi per abbassare il “caro bollette” è necessario attuare le semplificazioni degli iter autorizzativi, colmare i ritardi normativi nel settore energetico e favorire la diffusione della cultura della transizione ecologica.
Con queste finalità, Elettricità Futura e le imprese del settore elettrico hanno avviato la campagna di comunicazione #GreenDealOra, collegandovi al QR Code è possibile accedere alla pagina della campagna che raccoglie i messaggi.