Da quando le fonti rinnovabili e il gas naturale hanno cominciato a erodere le quote di produzione termoelettrica da carbone e petrolio, l’elettrificazione è diventata la soluzione più diretta, efficace ed efficiente per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, specialmente in Europa. Da questa premessa muove lo studio Decarbonization pathways, prodotto da McKinsey e commissionato da Eurelectric, l’associazione di settore dei produttori europei di energia elettrica della quale fa parte anche Elettricità Futura.
Pensato come un contributo alle politiche climatiche dell’Unione Europea, il documento descrive tre scenari al 2050 che si differenziano per la riduzione attesa delle emissioni di anidride carbonica rispetto ai livelli del 1990 e, di conseguenza, per la quota di consumi finali soddisfatti con il vettore elettrico.
I numeri per raggiungere una “decarbonizzazione profonda”
Il più ambizioso tra gli scenari elaborati prospetta per l’Europa una riduzione del 95% delle emissioni di CO2 al 2050, a cui corrisponderebbe un tasso di elettrificazione del 60%. Oggi siamo al 22%: molto indietro nel settore trasporti, dove l’elettricità soddisfa solo l’1% dei consumi, decisamente meglio nell’industria (33%) e nel residenziale (34%). La seguente tabella mostra, per ogni scenario, i corrispondenti tassi di elettrificazione e la suddivisione per uso finale:
Più efficienza con l’elettrone
Elettrificare significa anche migliorare l’efficienza energetica complessiva, perché l’utilizzo di energia elettrica comporta una diminuzione dei consumi a parità di servizio reso in tutti e tre gli usi finali (trasporti, industria, residenziale). Ad esempio, i veicoli elettrici sono molto più efficienti delle auto con motore a combustione interna, consumando circa il 75% in meno di energia.
Di conseguenza, a una maggiore elettrificazione corrisponde una riduzione del consumo energetico, stimato dallo studio in -0,5% l’anno (rispetto all’evoluzione tendenziale dei consumi finali) nello scenario più ambizioso (95% riduzione di CO2 del 95% al 2030).
Una strada in salita
L’Italia parte da un tasso di elettrificazione del 21% e da un sistema elettrico caratterizzato da una significativa quota di rinnovabili (31,3% dei consumi elettrici nel 2017, GSE) che, sulla base dei nuovi obiettivi europei, potrebbe raddoppiare al 2030.
Secondo lo scenario più ambizioso, l’Italia ha la possibilità di raggiungere nel 2050 un tasso di elettrificazione del 59%, a patto che si verifichino alcune condizioni che solo in parte dipendono dal legislatore nazionale. Tra queste lo studio di McKinsey include un dirompente sviluppo tecnologico che renda accessibili tecnologie al momento non mature e, opzione che oggi appare remota, l’adozione a livello internazionale di serie politiche per la decarbonizzazione, come norme restrittive sulle emissioni di CO2 e sull’utilizzo dei combustibili fossili, oltre a un sistema globale di carbon pricing.