La Cina è al centro della trasformazione globale del settore energetico e si propone come guida nella corsa mondiale alle energie rinnovabili. Storicamente annoverata tra i paesi maggiormente responsabili delle emissioni climalteranti, la Cina è oggi la nazione che investe di più in R&S nel settore delle rinnovabili. Ad inizio 2017 ha annunciato investimenti per 360 miliardi di dollari entro il 2020 nelle energie rinnovabili e la cancellazione di 85 progetti di nuove centrali a carbone. Pochi mesi dopo, il governo di Pechino ha dichiarato di aver superato i target nazionali per l’efficienza energetica, l’intensità carbonica e la quota di energie rinnovabili nel mix energetico.
Secondo lo studio Beyond the Supercycle: How Technology Is Reshaping Resources, pubblicato dal McKinsey Global Institute, la Cina ha fatto passi da gigante nella riduzione dell’intensità energetica. Tra il 1980 e il 2010 l’economia cinese è cresciuta di ben 18 volte, a fronte di un aumento dell’intensità energetica di 5 volte. Stando ai dati della Banca Mondiale, questo significa un calo del 70% dell’intensità energetica per unità di PIL.
Il ricorso alle energie rinnovabili è una delle principali ragioni della riduzione dell’intensità energetica dell’economia del gigante asiatico. Con l’obiettivo di diventare leader mondiale nel settore delle energie pulite, la Cina sta investendo ogni anno nel mercato interno più di 100 miliardi di dollari nel settore. L’impegno economico della Cina nelle energie rinnovabili è pari al doppio degli investimenti statunitensi nel mercato interno, addirittura maggiore rispetto a quanto investito da Stati Uniti ed Europa in un anno.
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