Nella transizione ad un sistema energetico a emissioni zero entro il 2050 il gas rinnovabile può giocare un ruolo di primo piano, utilizzando l’infrastruttura esistente e garantendo un risparmio di 138 miliardi di euro l’anno rispetto a uno scenario di decarbonizzazione che non ne preveda l’utilizzo. In questa frase si riassume il concetto chiave che emerge da un recente studio prodotto da Ecofys e commissionato dal Gas for Climate Group, associazione che riunisce sette operatori della rete di trasmissione del gas naturale europei* (Transmission System Operator – TSO) e due consorzi del settore biogas (Consorzio Italiano Biogas e European Biogas Association).
Secondo lo studio, gli Stati membri dell’Unione Europea potrebbero arrivare a produrre ogni anno 122 miliardi di metri cubi di gas rinnovabile, inteso come biometano e idrogeno prodotto a partire da elettricità rinnovabile (tecnologia power-to-gas). Per rendere un’idea dell’ordine di grandezza, l’UE ha consumato nel 2016 circa 376 miliardi di metri cubi** di gas naturale, mentre la Russia, primo esportatore globale, ne ha venduti quasi 210 miliardi nello stesso periodo (World Gas and Renewables Review 2017, ENI).
Per quanto riguarda, nello specifico, il potenziale contributo del biometano, Ecofys prospetta una produzione annua di 98 miliardi di metri cubi al 2050, che utilizzerebbe come materia prima principalmente biomassa da colture sequenziali (due colture sullo stesso terreno nello stesso anno), scarti di produzione agricola, sfalci e potature del verde e la frazione organica dei rifiuti solidi urbani.
Per procedere alla quantificazione economica dei risparmi, lo studio ha ipotizzato un’allocazione del gas rinnovabile tra diversi settori di consumo. In questo scenario, il 59% del gas a zero emissioni è destinato al residenziale e alla generazione elettrica, il 37% all’industria e il 4% ai trasporti pesanti (su ruota e marittimi). L’utilizzo di gas rinnovabile nel settore residenziale ed elettrico, da solo, genererebbe 138 miliardi di euro di risparmi annui rispetto a uno scenario di decarbonizzazione che preveda l’utilizzo esclusivo del vettore elettrico, principalmente grazie ai mancati investimenti in capacità di generazione per far fronte ai picchi di carico.
In altre parole, lo studio intende dimostrare che una strategia di decarbonizzazione che combina elettrificazione (ovviamente con un mix di generazione elettrica a zero emissioni) e utilizzo di gas rinnovabile è più efficiente, dal punto di vista economico, rispetto a una che si concentra esclusivamente su sistemi energetici completamente elettrificati.
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* Snam, Enagás, Fluxys, Gasunie, GRTgaz, Open Grid Europe e TIGF.
** Non tutti i metri cubi di gas naturale sono uguali. Il metro cubo di gas utilizzato da ENI ha potere calorifico lordo pari a 39 MJ/mc.