Con oltre 15 GW di nuova capacità installata, il 2017 è stato un anno di forte crescita per l’energia eolica in Europa. Come riportato dal rapporto Wind in Power 2017, pubblicato da Wind Europe, un tale incremento del parco installato (+20% rispetto al 2016) non si era mai verificato prima. Grazie anche a questo sviluppo, oggi la fonte eolica è seconda dopo il gas naturale nel mix elettrico europeo, con 169 GW di capacità totale installata, mentre nel 2017 ha coperto quasi il 12% della domanda europea con 336 TWh di energia elettrica generata.
L’analisi a livello di Stati membri dell’Unione Europea mette in evidenza significative differenze. La Germania ha guidato la crescita con circa 6,5 GW installati nel 2017 (+15% rispetto a 2016), seguita dal Regno Unito (4,3 GW) e dalla Francia (1,7 GW). Questi tre paesi, da soli, rappresentano l’80% della nuova capacità installata nel 2017. Il mercato dell’Europa meridionale (Spagna, Italia e Grecia) invece è pressoché fermo dal 2013: l’installato nel 2017 è pari a solo il 6% del totale. L’Italia, in particolare, con 255 MW di nuova capacità è ben lontana dal ritmo di crescita registrato tra il 2008 e il 2012 (quasi 1 GW l’anno). Il nostro Paese rimane tuttavia nella top-5 degli Stati membri per capacità totale (9,5 GW), preceduta da Germania (56,1 GW), Spagna (23,2 GW), Regno Unito (18,9%) e Francia (13,8%).
Dal punto di vista finanziario, nel 2017 sono state chiuse Decisioni Finali di Investimento per 11,5 GW, in aumento del 11,6% rispetto l’anno precedente. Tuttavia, in termini monetari, gli investimenti sono diminuiti del 19%, arrivando a 22,3 miliardi di euro. A conti fatti, dunque, il costo per MW unitario è diminuito per effetto di una riduzione sia dei costi lungo l’intera value-chain sia del numero di progetti off-shore notoriamente più capital intensive.
Nonostante i dati oggettivamente positivi, Giles Dickson, CEO di Wind Europe, mette nuovamente in guardia sull’incertezza che caratterizza le previsioni di medio e lungo periodo: il mercato è in una fase di passaggio dall’incentivo alle aste competitive e molti governi hanno mostrato poca chiarezza riguardo le proprie ambizioni sulle rinnovabili per il post-2020, si afferma nel comunicato stampa rilasciato a seguito della pubblicazione del rapporto. Gli Stati membri devono già stabilire la capacità eolica da installare nel futuro in modo da permettere all’industria di prepararsi in anticipo e ridurre i costi e agli operatori di rete di pianificare gli adeguamenti infrastrutturali.
Per quanto riguarda il nostro Paese, la Strategia Energetica Nazionale (SEN) adottata a novembre delinea un percorso di sviluppo per il sistema elettrico che al 2030 dovrebbe portare al 55% di rinnovabili sui consumi finali elettrici. Secondo le stime di Coordinamento FREE, il raggiungimento di tale obiettivo implicherebbe l’installazione di circa di 3,6 GW l’anno di rinnovabili elettriche, di cui 0,6 GW di eolico (circa tre volte la capacità installata nel 2016). Come già evidenziato per il fotovoltaico, per superare l’attuale situazione di stallo e avviare uno sviluppo organico che porti al conseguimento del traguardo di lungo periodo delineato dalla SEN, è necessaria innanzitutto la rapida emanazione del nuovo decreto sulle FER elettriche 2018-2020, possibilmente entro la fine dell’attuale legislatura.