L’erosione delle coste è un problema grave che interessa circa 782 km di costa italiana, soprattutto lungo le regioni meridionali. Micla Pennetta, coordinatrice dei Geomorfologi della Campania e docente di dinamica e difesa delle coste presso l’Università Federico II, spiega che “Sono state osservate profonde modifiche della fascia costiera, nella porzione emersa ed in quella sommersa, indotte da attività umane e responsabili dell’amplificazione di processi erosivi.”
Parallelamente, il consumo di suolo, che in area costiera ha valori nettamente superiori al resto del territorio nazionale, non accenna a diminuire, causando un generale arretramento della linea di riva. Il quadro non migliora sulla terraferma, dove alto è il rischio geomorfologico: l’Italia è il paese europeo più interessato da eventi franosi, con circa i due terzi delle frane censite in Europa (ISPRA).
Gli studi sulla fascia costiera hanno anche permesso di portare alla luce siti archeologici di straordinario interesse, come l’approdo romano di Sinuessa, oggi sepolto 8 metri sotto il livello del mare. D’altronde, il patrimonio storico e artistico del nostro Paese è la più grande risorsa che abbiamo, e va difeso: in Italia i beni culturali esposti a un elevato grado di rischio – vulcanico, sismico, erosivo, alluvionale – sono circa 77 mila (ISPRA).
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