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Forum TEHA A Cernobbio, Qualche Riflessione Sull’energia
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Dal 6 all’8 settembre, ho partecipato al cinquantesimo Forum TEHA che ogni anno si svolge a Cernobbio nella splendida Villa d’Este. Questa edizione ha approfondito “Lo scenario di oggi e di domani per le strategie competitive”, e già dal titolo è facile immaginare come l’energia sia stata uno dei temi centrali del Forum.

Ho ascoltato con grande attenzione l’intervento del Presidente Giorgia Meloni al Forum di Cernobbio. Concordo con il Presidente del Consiglio sulla necessità di evitare un approccio ideologico alla transizione, ma credo anche che se non la affronteremo in tempo correremo il forte rischio di deindustrializzazione.

Come ha ricordato, sempre a Cernobbio,  Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, l’Italia ha sottoscritto obiettivi di decarbonizzazione a livello nazionale, europeo e mondiale. Raggiungerli è un dovere, a noi sta farlo nel modo migliore è massimizzare i benefici.

I tre recenti provvedimenti del Governo – Aree Idonee, Agricoltura e Testo Unico per le Rinnovabili – di fatto bloccheranno lo sviluppo dei nuovi impianti nei prossimi anni. 

 Per non bloccare del tutto i nuovi investimenti è di fondamentale importanza che nella nuova definizione delle aree idonee di competenza delle Regioni siano fatti salvi i progetti che dal 2021 ad oggi sono stati localizzati nelle aree definite idonee ai sensi del decreto che ha attuato la RED II (aree idonee ex lege, art. 20 comma 8 d.lgs. 199/2021).

Inoltre, in merito al regime transitorio, le Regioni, in coerenza con quanto fatto dal Governo con l’art. 5 del Decreto Agricoltura (D.L. 63/2024), dovrebbero prevedere che le nuove disposizioni non si applichino ai progetti per i quali, alla data di entrata in vigore della legge regionale, sia stata avviata almeno una delle procedure amministrative necessarie ad ottenere l’autorizzazione a realizzare l’impianto.

L’attuale situazione normativa  aggiunge  incertezza e fa aumentare i costi dei progetti e quindi dell’energia.

Sono convinto  che la transizione energetica sia una straordinaria opportunità industriale, è una rivoluzione che nel mondo sta correndo, e che non si fermerà.

L’Italia ha un tessuto industriale fatto di eccellenze a livello mondiale. Abbiamo capacità , competenze, tecnologie risorse rinnovabili (acqua, sole, vento, …): dovremmo mettere a sistema questi punti di forza, e il settore elettrico è pronto a farlo manca il quadro giuridico per poterlo fare.

Mai ci fossero ancora dubbi ricordo che A Parigi, il 29 settembre 2023, si è svolta la Conferenza di alto livello sulla transizione energetica organizzata dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), dalla Banca Centrale Europea (BCE) e dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI).

IEA, BCE e BEI hanno mandato una richiesta netta e unanime ai Governi europei: accelerate la transizione energetica, avviate azioni coraggiose e al più presto, affinché l’Europa rimanga una potenza industriale competitiva a livello globale. Procrastinare farà aumentare i costi e il danni potrebbe non essere solo i costi! Si perderebbe per esempio la possibilità di sviluppare una filiera industriale elettrica e la creazione di mezzo milione di nuovi posti di lavoro.

Una parte di queste mie riflessioni sono riportate anche nell’articolo del Giornalista Federico Fubini pubblicato sul Corriere della Sera.

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