Putin sta perdendo la guerra del gas viste le attuali quotazioni? E’ la prima domanda che Monica Coggi mi ha rivolto durante il mio intervento a TGCOM24.
Dal mio punto di vista, sì. Putin ha sicuramente perso la battaglia e auspico perda presto anche la guerra.
Nelle dinamiche dell’ultimo anno e mezzo vedo un tentativo della Russia di approfittare della sua posizione di fornitore rilevante di gas.
Nonostante la forte dipendenza dell’Italia dalle importazioni di gas russo, come sistema Paese abbiamo avuto la capacità di risparmiare il 15% dei consumi, la fortuna di avere un inverno abbastanza clima mite e una buona gestione di approvvigionamenti alternativi, tutti fattori che ci hanno aiutato a sgonfiare la pressione innescata da prezzi del gas di oltre 300 euro a MWh.
Un prezzo del gas sotto i 50 euro/MWh è già un successo, ma dobbiamo fare attenzione. Il prezzo del gas è salito di tre volte rispetto alla media dei tre / quattro anni pre-pandemia perché la domanda globale è aumentata.
Quindi, se l’economia globale ripartisse, penso alla Cina, all’India, ripartirà anche la domanda di gas e di conseguenza il prezzo.
In questo contesto, per mettere in sicurezza l’Italia, l’opportunità è spingere le rinnovabili, anche come soluzione per abbassare le bollette e aumentare l’indipendenza energetica.
Possiamo superare l’84% di rinnovabili nel mix elettrico nei prossimi 8 anni, con notevoli benefici per la competitività dell’economia e delle nostre imprese, come prevede il Piano 2030 del settore elettrico elaborato da Elettricità Futura.
Avremo infatti bollette meno care, e con una diminuzione del costo dell’energia, diminuisce l’inflazione e scendono i prezzi per la produzione dei beni e il loro trasporto, oltre a minori emissioni di CO2!
Accelerare la transizione energetica innesca quindi un circolo virtuoso.
Il mio intervento a TGCOM24