“La crisi dell’acqua non può essere definita emergenza, perché viene da lontano ed era prevedibile: arriva dal sommarsi del cambiamento del clima con la mancanza di risorse economiche necessarie a fare gli investimenti indispensabili al settore idrico”. Sono d’accordo con quanto affermato da Alessandro Marangoni, CEO del centro studi Althesys, in occasione della presentazione dell’analisi Top Utility, un approfondimento dedicato alle aziende di servizi pubblici locali ed agli acquedotti.
Lo studio evidenzia le ricadute positive di un aumento degli investimenti nelle reti idriche italiane. La siccità che ha colpito il nostro Paese ha riportato in cima all’agenda politica l’urgenza di incrementare le risorse da investire per garantire una efficiente gestione dell’acqua.
Althesys stima che a fronte di maggiori investimenti si otterrebbero ricadute positive per circa 3,9 miliardi di euro, creando 23.000 posti di lavoro. La ricerca sottolinea che il carattere strutturale degli interventi sulle reti idriche nazionali concorrerebbe ad aumentare la competitività generale del sistema, creando benefici per diversi comparti dell’economia e dell’industria, considerando la trasversalità dei settori che compongono la domanda di acqua.
Mi unisco a Marangoni nel segnalare la necessità di elaborare una strategia integrata nazionale per l’acqua che adotti una visione sistemica e di lungo periodo in grado di innescare gli investimenti necessari ad uscire dalla crisi idrica.
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