Entro fine anno il Governo dovrà inviare alla Commissione Europea la bozza del Piano Nazionale Energia-Clima, come stabilito dal regolamento sulla Governance dell’Unione dell’Energia. In questo documento dovranno essere specificati il percorso che il nostro Paese intende seguire per raggiungere gli obiettivi europei di efficienza energetica e sviluppo delle energie rinnovabili al 2030 e le misure che metterà in campo per rispettarlo.
Il confronto con gli operatori di settore si è aperto con la presentazione dei primi dettagli sul Piano lo scorso 7 novembre in occasione della fiera Ecomondo di Rimini. Il contributo delle associazioni e degli addetti ai lavori sarà fondamentale affinché il documento che il Governo invierà alla Commissione sia il più possibile condiviso e ambizioso.
Il Coordinamento FREE ha presentato la sua visione sul futuro energetico del Paese durante il convegno “Gli strumenti per realizzare i nuovi obiettivi europei al 2030”, al quale ho avuto il piacere di partecipare intervenendo in qualità di vice presidente di Elettricità Futura alla tavola rotonda finale coordinata da Francesco Ferrante.
In estrema sintesi, la posizione dell’associazione espressa nel position paper è che solo con il contributo di tutte le tecnologie sarà possibile raggiungere gli obiettivi al 2030, abbandonando una logica di competizione in favore di una di cooperazione. In questo senso, il quadro europeo rappresenta un’opportunità di sviluppo industriale – sia per i comparti esistenti sia per nuovi prodotti e servizi – che non può essere mancata.
Il Piano Nazionale Energia-Clima costituisce lo strumento principale per il coordinamento delle policy su questi temi e l’occasione per coinvolgere tutti i settori in uno sforzo di sistema in grado di creare crescita del PIL e nuovi posti di lavoro. Per quanto riguarda il settore elettrico, Elettricità Futura auspica che il raggiungimento degli obiettivi al 2030 avvenga seguendo un percorso di sviluppo di nuova capacità per quanto possibile lineare, che permetta agli operatori di programmare le proprie attività in modo adeguato massimizzando il valore aggiunto per il Paese in termini economici e occupazionali.
Come evidenziato dallo studio Elemens presentato lo scorso 25 luglio, la transizione energetica nel settore elettrico presenta un bilancio costi-benefici ampiamente positivo, a patto che venga gestita in modo intelligente evitando gli errori del passato.