Il prosumer è destinato a diventare sempre più centrale nel sistema energetico del futuro. Con l’adozione della Nuova Direttiva Rinnovabili, l’Unione Europea ha creato i presupposti normativi affinché questa figura possa svolgere un ruolo di primo piano nel raggiungimento degli obiettivi europei al 2030.
In particolare, la Direttiva riconosce a tutti i cittadini europei il diritto di produrre, autoconsumare, immagazzinare, vendere e scambiare energia elettrica, in forma individuale o collettiva, e di partecipare alle Comunità Energetiche senza poter essere soggetti a condizioni o procedure discriminatorie (art. 21 e 22). Alcuni stati europei, Spagna e Germania in primis, hanno già recepito queste disposizioni, altri come l’Italia ancora attendono.
Sul tema dell’autoconsumo collettivo e delle Comunità Energetiche si è sviluppato nel nostro Paese un vivace dibattito. La consultazione promossa dal senatore Girotto ha rappresentato un importante momento di partecipazione, culminato lo scorso 6 giugno con l’approvazione unanime della risoluzione finale, che fornisce gli indirizzi generali per l’adeguamento della normativa.
Basterebbe ad esempio, come spiega G. B. Zorzoli, un emendamento che dichiarasse le reti condominiali come Sistemi di Distribuzione Chiusi per allargare i confini dell’autoconsumo almeno ai condomini.
Oltre alle configurazioni alimentate da impianti a fonti rinnovabili, le nuove disposizioni dovrebbero includere anche quelle basate su sistemi di microcogenerazione ad alto rendimento. Come sottolineato nel position paper “La microcogenerazione: un futuro intelligente e sostenibile per l’energia”, questa tecnologia può infatti fornire un contributo strategico al raggiungimento degli obiettivi clima-energia al 2030 grazie ai numerosi vantaggi ambientali e di sistema.
La microcogenerazione sfrutta l’esistente e capillare infrastruttura del gas in maniera efficiente: da un lato, permette di produrre elettricità e calore nei luoghi in cui viene consumata, riducendo dunque i costi per gli interventi di potenziamento della rete; dall’altro, contribuisce alla flessibilità del sistema, potendo produrre elettricità in maniera distribuita e programmabile attraverso centrali elettriche virtuali controllate da remoto.
Tra i nodi da sciogliere vi è la questione degli oneri di sistema, che oggi non vengono pagati sull’elettricità rinnovabile autoconsumata. A fronte di un aumento dei prosumer, il loro peso ricadrebbe in misura sempre maggiore sui consumatori tradizionali. Tuttavia, la progressiva riduzione del peso degli incentivi alle rinnovabili sulla bolletta dovrebbe liberare risorse sufficienti a compensare i mancati ricavi dei gestori della rete di distribuzione. In ogni caso, l’esenzione dal pagamento degli oneri dovrebbe essere garantita per tutti gli impianti con potenza elettrica installata minore di 30 kW.
Il Paese discute oggi di una riforma epocale. Dobbiamo avere il coraggio di non frenare l’inevitabile evoluzione del sistema energetico e permettere al mercato dei prosumer di realizzarsi, consentendo lo sviluppo di un settore che altrimenti rimarrebbe schiacciato dai competitor stranieri.
Questo articolo è stato pubblicato su QualEnergia, numero 4-2019.