Un manuale universale su come favorire la diffusione delle rinnovabili, redatto da tre fra le più autorevoli organizzazioni internazionali che si occupano di energia pulita: si tratta del rapporto Renewable Energy Policies in a Time of Transition, recentemente pubblicato grazie allo sforzo congiunto di IEA, IRENA e REN21.
Il lavoro offre una panoramica sulle misure di politica per promuovere lo sviluppo delle rinnovabili in tutti i settori – elettrico, termico, trasporti – e per gestire l’integrazione delle fonti intermittenti nei sistemi elettrici. Una tabella riassuntiva finale riporta la classificazione aggiornata dei diversi policy tool a disposizione e la terminologia ufficiale da utilizzare come riferimento.
Nel 2016, ben 147 paesi nel mondo hanno adottato politiche a favore delle rinnovabili (erano 48 nel 2004), compresa ovviamente l’Italia. Per il suo intento didascalico e l’autorevolezza degli autori, il rapporto è una lettura consigliata per quei decisori politici che si occupano – o si occuperanno – di energia nell’ambito del loro mandato.
Non solo rinnovabili elettriche
Se è possibile parlare di una “era delle energie rinnovabili” è grazie alla crescita, in costante progressione, della quota di elettricità globale prodotta a partire da fonti di energia pulita, che nel 2015 ha raggiunto il 23,5% (gran parte idroelettrico). Oltre i 2/3 della nuova capacità di generazione elettrica nel 2016 è stata rinnovabile, mentre i costi in discesa delle tecnologie spingono al rialzo gli investimenti e la relativa portata in termini di potenza installata.
In questo sviluppo, il supporto a livello di politiche pubbliche tramite regolamentazioni ed incentivi ha giocato un ruolo di primo piano: nel 2016 si contavano 126 nazioni con misure di policy attive per le rinnovabili elettriche, contro 68 paesi che avevano in dotazione politiche per le rinnovabili nei trasporti e solamente 21 nazioni con qualche forma di supporto alle rinnovabili termiche.
Un approccio “olistico”
È necessaria dunque più uniformità, dal momento che le rinnovabili andrebbero promosse in tutti i settori anche in considerazione del contributo relativo di ciascuno di questi alle emissioni di anidride carbonica. Infatti, essendo ancora largamente dipendenti dalle fonti fossili, il settore termico e quello dei trasporti sono molto emissivi: il primo è responsabile del 39% delle emissioni globali di CO2 (da usi energetici) e il secondo del 23%.
In generale, il rapporto raccomanda l’adozione di una visione olistica: la transizione energetica in atto implica la trasformazione non solo del sistema energetico, ma anche della struttura socio-economica sulla quale questo è costruito. Le politiche che si prefiggono lo scopo di sostenere ed accelerare questo cambiamento dovrebbero adottare dunque un approccio che tenga in considerazione entrambe le dimensioni.