Se si guarda agli investimenti, il 2017 è stato un anno molto positivo per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica: 333,5 miliardi di dollari sono stati investiti nei due settori (escluso l’idroelettrico tradizionale), volume in crescita del 3% rispetto al 2016 e secondo dato annuale più alto dopo quello del 2015. La cifra, riportata da Bloomberg New Energy Finance (BNEF) nel rapporto State of Clean Energy Investment, risulta ancora più significativa se si considera la riduzione dei costi delle tecnologie rinnovabili, fotovoltaico utility-scale sopra tutte.
Solare e Cina guidano la crescita
Il solare continua ad essere il primo settore di destinazione degli investimenti con 161 miliardi di dollari, seguito dall’eolico, comparto nel quale però si registrano le operazioni di taglia maggiore, come il progetto Hornsea II nel Mare del Nord (4,8 miliardi di dollari). Le tecnologie smart, che comprendono efficienza energetica, storage, veicoli elettrici e smart grid, sono il terzo settore di destinazione degli investimenti con 49 miliardi di dollari.
Per quanto riguarda la dislocazione geografica degli investimenti, la Cina è guida indiscussa della green economy con 132,6 miliardi di dollari investiti (40% circa), seguita a distanza dagli Stati Uniti (56,9 miliardi di dollari). In Europa invece il mercato sembra attraversare una fase di declino, con soli 57,4 miliardi di dollari investiti, in flessione del 26% rispetto all’anno precedente. Pesa in questo contesto la drastica riduzione degli investimenti in Gran Bretagna (-56% rispetto al 2016) e in Germania (-26%).
In Italia si torna a investire ma…
Tornano a crescere in maniera sensibile gli investimenti in Italia (2,5 miliardi di dollari, +15% rispetto al 2016), pur rimanendo ancora lontani dal picco raggiunto nel 2011:
La contrazione decisa degli investimenti, dalla quale solo adesso il mercato italiano sembra riprendersi, si deve principalmente alla riduzione degli incentivi e ad alcuni provvedimenti che hanno modificato retroattivamente le regole del gioco (il cosiddetto decreto Spalma Incentivi), allontanando gli investitori e compromettendo la fiducia nel settore. Di conseguenza, soprattutto a partire dal 2013, si è assistito a un significativo rallentamento della nuova capacità installata di generazione elettrica da fonti rinnovabili, come mostra la figura seguente (fonte GSE):
Secondo i dati riportati dall’osservatorio FER di Anie Rinnovabili, nei primi undici mesi del 2017 sono stati installati in Italia 771 MW di nuova capacità eolica, idroelettrica e fotovoltaica, con quest’ultima che conta per circa la metà (382 MW) del totale.
Ora, guardando agli obiettivi inclusi nella recente Strategia Energetica Nazionale (SEN), entro il 2030 l’Italia dovrebbe soddisfare il 55% dei consumi elettrici attraverso le rinnovabili. Per raggiungere questo target, secondo i calcoli del direttore di Kyoto Club Gianni Silvestrini, si dovranno installare circa 35 nuovi GW di capacità al 2030 solo per quanto riguarda il fotovoltaico, con una media di 3 GW l’anno.
È chiaro quindi che l’attuale trend di sviluppo è ampiamente insufficiente per tener fede agli impegni presi nella SEN. Come già sottolineato, è necessario dunque che vengano messe in campo da subito le misure per raggiungere gli obiettivi individuati, a cominciare dal Decreto biometano e da quello sulle rinnovabili per il periodo 2018-2020.