“Installare nuova capacità di generazione elettrica rinnovabile è ormai una scelta non solo di responsabilità ambientale, ma anche e sempre più di convenienza economica”. Questa dichiarazione, rilasciata dal Direttore Generale dell’IRENA Adnan Amin in merito alla presentazione del rapporto Renewable Power Generation Costs in 2017, mette in luce la principale determinante della crescente penetrazione delle rinnovabili nel settore elettrico: il calo dei prezzi. In particolare, l’Agenzia giunge alla conclusione che tutte le tecnologie di generazione elettrica da fonti rinnovabili oggi diffuse su scala commerciale saranno competitive con le tecnologie basate su fonti fossili entro il 2020.
Costi in discesa per tutte le fonti
Per impianti utility-scale (>1 MW), lo studio evidenzia che, nel periodo 2010-2017, il Levelized Cost of Electricity* (LCOE) si è ridotto per tutte le fonti considerate, con un declino particolarmente significativo per il solare fotovoltaico (-72%). I valori di LCOE medio globale per solare FV (0,10 $/kWh), idroelettrico (0,05 $/kWh), eolico onshore (0,06 $/kWh), bioenergie e geotermico (0,07 $/kWh) relativi al 2017 rientrano entro l’intervallo di costo della generazione termoelettrica, fissato dallo studio in 0,05-0,17 $/kWh nei paesi G20. Entro il 2020, questi valori si attesteranno al di sotto del limite più basso, in un intervallo compreso tra 0,03 $/kWh e 0,10 $/kWh. In presenza di determinate condizioni – tra cui un quadro regolatorio favorevole, un alto livello di irraggiamento/ventosità e bassi costi di sviluppo – si sono già registrate offerte per aste di eolico onshore e solare fotovoltaico addirittura al di sotto dei valori di LCOE medi**, come avvenuto rispettivamente in Brasile e Cile.
La riduzione dei costi per gli impianti FV utility-scale in Italia è stata più alta della media (-75%), in conseguenza della diminuzione di tutte le principali voci di costo. Risultato di questo sviluppo sono i 63 MW in grid parity degli impianti a Montalto di Castro (VT) allacciati alla rete lo scorso giugno.
Gli ostacoli sul percorso di decarbonizzazione
Nonostante il quadro positivo delineato nel rapporto, ad oggi solo circa l’8% della capacità totale di generazione elettrica globale proviene da fonte rinnovabile (idroelettrico escluso, Global Status Report, REN21). Affinché si compia la transizione energetica, l’innovazione continua giocherà un ruolo di primo piano – soprattutto per quanto riguarda il solare FV – portando a un miglioramento dei processi produttivi, alla riduzione dei costi di installazione e soprattutto a un incremento dell’efficienza delle tecnologie impiegate.
Altro elemento chiave sarà la garanzia di un forte impegno politico nel processo di decarbonizzazione. In questo senso, sarà fondamentale per il futuro del settore rinnovabile in Europa la decisione finale sull’obiettivo per le rinnovabili al 2030 che verrà incluso nella nuova direttiva. Nel caso in cui ad avere la meglio sarà la posizione del Consiglio, fermo sulla proposta iniziale della Commissione del 27% di rinnovabili sui consumi finali, il periodo 2020-30 sarà per le politiche energetica e climatica dell’Unione Europea un decennio perduto.
* Costi industriali e finanziari sostenuti per la generazione elettrica lungo l’intero arco di vita degli impianti. Include tutti i costi: fissi (come l’investimento iniziale), variabili (quali quelli di O&M e per il combustibile) e finanziari (costo del debito e del capitale).
** è importante sottolineare tuttavia che il prezzo finale d’asta non è direttamente comparabile con il LCOE, in quanto il primo dipende da una serie di parametri e specifiche contrattuali che dipendono strettamente dal mercato in cui verrà sviluppato il progetto.