Per la prima volta è stato valutato a livello globale lo stato di avanzamento dei paesi verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030 fissati dall’ONU. L’Italia si posiziona trentesima su 157 nazioni considerate nella classifica 2017 dell’SDG Index, con una performance peggiore anche rispetto a Cuba e alla Bielorussia. Anche tra i Paesi OCSE l’Italia non si distingue per l’impegno verso la sostenibilità, classificandosi diciassettesima su 35 nazioni.
L’Italia è indietro rispetto a tutti i 17 Sustainable Development Goals, risultando particolarmente carente nelle questioni legate a occupazione, consumo e produzione responsabili, cambiamento climatico, flora e fauna acquatica e pace, giustizia e istituzioni solide.
Il Ministro dell’Ambiente Galletti ha presentato all’ONU la Voluntary National Review italiana, un documento che esprime unicamente le intenzioni del nostro Paese per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità al 2030. L’Italia deve passare dalle parole ai fatti: attualmente la strategia italiana è infatti assimilabile ad una dichiarazione di intenti, priva di impegni concreti, di risorse stanziate, di scadenze temporali e di meccanismi di controllo e sanzioni. Come ha ricordato lo stesso Galletti, finora ci siamo limitati a dotarci di una cassetta degli attrezzi per affrontare la transizione verso la sostenibilità, ma nulla è stato fatto per fissare i mezzi e gli obiettivi quantitativi al 2030.
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